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Disturbi del comportamento alimentare: caratteristiche principali
I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da comportamenti finalizzati al controllo del peso, deleteri per la salute fisica e psicologica e non conseguenti ad altre condizioni patologiche; in tutti questi disturbi troviamo un’eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione, tutta una serie di pensieri e preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e le forme corporei e la sensazione di essere grassi.

Questi fattori sono così importanti da condurre l’individuo a valutarsi in gran parte, o addirittura esclusivamente, sulla base di essi; dunque le persone affette da disturbi del comportamento alimentare si valutano sulla base del loro peso, delle forme del loro corpo e della capacità che hanno di controllare la propria alimentazione (schema di autovalutazione disfunzionale), senza considerare gli altri aspetti della vita, come il lavoro o lo studio, i rapporti con i famigliari e gli amici, la pratica di attività sportiva o capacità in qualsiasi altro campo.
I due principali e più noti disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa; abbiamo poi i disturbi dell’alimentazione atipici o non altrimenti specificati, che raggruppano quelle condizioni in cui il comportamento alimentare è significativamente alterato ma non troviamo né tutti i sintomi dell’anoressia nervosa né tutti i sintomi della bulimia nervosa: un caso particolare è il disturbo da alimentazione incontrollata, che può essere trattato in maniera analoga all'obesità. Nell'anoressia nervosa troviamo, oltre alle caratteristiche generali di cui si è detto sopra, la ricerca della perdita di peso e della magrezza, ottenuta seguendo una dieta fortemente restrittiva sovente abbinata ad un’attività fisica eccessiva e finalizzata alla perdita di peso; alcuni pazienti ricorrono anche al vomito o ad altri comportamenti come l’abuso di lassativi o diuretici. Anche quando la perdita di peso raggiunga livelli pericolosi per la salute continua ad essere considerata un valore e un segno di successo; proprio il basso peso e la forte restrizione alimentare innescano tutta una serie di altri sintomi, i cosiddetti sintomi da digiuno, che contribuiscono a mantenere il disturbo e comprendono depressione, ansia, irritabilità, debolezza e difficoltà di concentrazione (con immediate ripercussione sul lavoro e sullo studio), isolamento sociale, preoccupazioni per il cibo, pensieri inerenti il cibo (ad esempio con l’abitudine di collezionare ricette e libri di cucina), incremento del consumo di caffè e tè (solitamente molto caldi) e spezie, abitudini alimentari inusuali, disturbi del sonno e disturbi gastrointestinali (che poi spesso sono addotti come spiegazione alla restrizione alimentare). Il ruolo dei sintomi da digiuno nel mantenere il disturbo fa comprendere facilmente l’importanza di intervenire fin da subito sul comportamento alimentare e sulla correzione del peso corporeo, senza aspettare che il paziente abbia risolto le problematiche psicologiche, le quali in parte sono causate e mantenute proprio dal basso peso e dalla restrizione alimentare; ecco dunque messa in evidenza l’importanza di un trattamento multidisciplinare, che affronti contemporaneamente i diversi aspetti della patologia.
Nella bulimia nervosa il peso in genere è normale (in alcuni casi possiamo avere un modesto sottopeso o un modesto sovrappeso, ma il peso non è mai basso come nell'anoressia nervosa o francamente aumentato), infatti i tentativi di perdita di peso sono interrotti da abbuffate (episodi in cui il soggetto perde il controllo sulla propria alimentazione ed assume grandi quantità di cibo) seguite dall'impiego di metodi di compenso, cioè mezzi messi in atto per eliminare le calorie introdotte con l’abbuffata, che peraltro non sono mai eliminate completamente: tra questi mezzi abbiamo il vomito auto-indotto, l’abuso di lassativi o diuretici, la pratica di attività fisica eccessiva e il digiuno.